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Il seminario vescovile venne eretto, a ridosso dell’antica porta di Borgheriglia, nel 1666 per volontà del cardinale Paluzzo Paluzzi degli Albertoni, che destinò al Seminario l’uso della piccola chiesa di San Bartolomeo.
Info: Tel. 0761 834136 – 0761 325629
SEMINARIO MARCO ANTONIO BARBARIGO
LA STORIA
Il seminario vescovile venne eretto, a ridosso dell’antica porta di Borgheriglia, nel 1666 per volontà del cardinale Paluzzo Paluzzi degli Albertoni, che destinò al Seminario l’uso della piccola chiesa di San Bartolomeo.Verso la fine del Seicento il cardinale Marco Antonio Barbarigo, nominato vescovo di Montefiascone nel 1687, decise di demolire le precedenti strutture e di ricostruire sia la chiesa di San Bartolomeo (1693-1696), che il Seminario, utilizzando anche del materiale tratto dalla Rocca Papale, ceduta dalla Camera Apostolica. Venne così eretta quella parte di edificio che va dall’attuale porta di ingresso al borgo fino alla casa Bacchi, costruita più tardi (1780) dl Cardinal Garampi e adibita come palazzina per i professori e sede per la tipografia. La struttura, adatta ad accogliere un centinaio di alunni e convittori, annoverò tra gli alunni dei celebri personaggi, tra cui il teologo Mazzinelli, il poeta Giovan Battista Casti, Riccardo Howard duca di Norfolk, il pittore Pietro Aldi, lo scienziato archeologo francesco Orioli, il latinista mons. Alessandro Volpini, estensore dell’enciclica Rerum Novarum di Papa Leone XIII. Il seminario era anche dotato di una biblioteca ricca di incunaboli, manoscritti ed importanti edizioni a stampa del Seicento e del Settecento.
DESCRIZIONE
Il seminario presenta una struttura architettonica piuttosto semplice. Terminante con un cornicione leggermente aggettante, l’edificio presenta all’esterno come unico elemento decorativo le cornici in peperino delle finestre e delle tre porte di accesso. Sulla principale, in una lastra in peperino, è inciso: SEMINARIUM MONTIS FALISCI ET CORNETI. Salite le scale d’ingresso, si giunge in un ambiente del primo piano denominato “Salottino”, che presenta una decorazione pittorica a finte architetture, messa in opera tra la fine del XVII secolo e l’inizio di quello successivo, dove il gusto barocco per l’illusione degli spazi si mescola con un repertorio di forme classiche e allegoriche. Le pareti dell’ambiente presentano una decorazione con colonne tortili arricchite da motivi vegetali e sormontate da capitelli corinzi, oltre a conchiglie, armi, amorini e festoni. In alto una serie di grosse mensole sostiene una balaustra. Nei due festoni inseriti nella decorazione e scritto: OMNIBUS UNA SATIS e NESCIT HABERE PAREM. La decorazione del soffitto simula un cielo azzurro piuttosto rovinato dove volteggiano figure di piccoli angeli che sostengono festoni e oggetti che richiamano gli studi compiuti nel seminario: il compasso, la sfera del mondo, una piccola arpa, un libro con la scritta HUMANITAS, un triangolo con disegnato un omega. In uno dei due festoni sostenuti dagli angeli è scritto: FERT OMNIA PRINCEPS, nell’altro OΣYNAEΣMOΣ ΠPOΣ AΛΛEΛOIΣ HAPXH ΔIHPHMENH. La cappella detta dell’Assunta presenta un altare in finto marmo che, prima degli interventi di restauro, custodiva una tela raffigurante La Madonna con Bambino. Sul soffitto della cappella una tela della fine del Seicento, piuttosto rovinata, raffigura La Vergine tra San Francesco di Paola e San Luigi Gonzaga. Quattro affreschi a monocromo, disposti intorno alla tela centrale, ciascuno sorretto da due angeli, raffigurano episodi tratti dalla vita della Vergine. Tre raffigurano rispettivamente L’Annunciazione, La visita di Santa Elisabetta e La presentazione di Gesù al tempio, mentre il quarto episodio non è identificabile a causa della caduta di colore.
L’allestimento della Sala del Settecento o Salone delle Accademie, prima dei restauri attualmente in corso, conservava diversi dipinti, tra cui una tela del tardo Seicento raffigurante La deposizione di San Sebastiano e tre tele del XVIII secolo raffiguranti La deposizione di Cristo, San Carlo Borromeo e San Filippo Neri e La Vergine con il Bambino e San Filippo Neri. Del XIX secolo è invece La decollazione di San Giovanni Battista. La sagrestia della chiesa di San Bartolomeo presenta su tre lati un rivestimento ligneo e su uno di questi un Crocifisso, mentre sul lato breve si aprono due porte con modanature lineari. Sulle pareti dei corridoi che davano accesso alle stanze degli alunni del Seminario, delle iscrizioni ricordano le personalità che qui si formarono.
BIBLIOGRAFIA
G. Breccola – M. Mari, Montefiascone, Grotte di Castro 1979.
G. Breccola, Montefiascone. Guida alla scoperta, Montefiascone 2006.