Numerosi frammenti di stile eterogeneo presenti nella struttura del palazzo comunale testimoniano la lunga e complessa storia dell’edificio, interessato nel corso del tempo da diversi interventi architettonici. La struttura che comprende la parete d’ingresso del comune e che costituisce la base della torre campanaria, è la parte più antica.
Uno stemma quattrocentesco della famiglia Aliotti, presente in una delle stanze del palazzo, suggerisce che il precedente edificio in origine era di proprietà di questa famiglia. L’attuale palazzo, come si evince dagli stemmi laterali ancora esistenti, venne costruito dalla famiglia Pennoni, una delle più importanti della Montefiascone del XVI e XVII secolo.
Il palazzo, oggi sede della Biblioteca Comunale, risale al XVI secolo ed è attribuito da alcuni ad Antonio da Sangallo il Giovane, da altri al Vignola, pur rimanendo queste attribuzioni fantasiose non suffragate da alcuna documentazione storica. Agli inizi dell’Ottocento l’edificio appartenne alla famiglia Pieri, casata che in seguito unì il suo cognome a quello della famiglia Buti.
A metà di via Bixio, scendendo da Piazza Vittorio Emanuele, sulla destra si trova il palazzo della famiglia Antonelli, una delle più illustri di Montefiascone, dove visse anche Mercurio Antonelli, importante storico del Patrimonio di San Pietro e del periodo dell’esilio avignonese.
La parte inferiore del prospetto principale dell’edificio è dominata dal grande portale d’ingresso, sovrastato dall’emblema della famiglia Cernitori, da cui diparte il corridoio che immette direttamente nel cortile interno del palazzo.
Il palazzo fu fatto costruire verso la fine dell’Ottocento dal notaio Francesco Cernitori e dalla moglie che apparteneva alla famiglia Renzi.
L’antico palazzo nobiliare, proprietà della famiglia Federici nei secoli XIX e XX, è stato recentemente ristrutturato e trasformato in struttura alberghiera. Oggi è noto come Hotel Urbano V.
Il seminario vescovile venne eretto, a ridosso dell’antica porta di Borgheriglia, nel 1666 per volontà del cardinale Paluzzo Paluzzi degli Albertoni, che destinò al Seminario l’uso della piccola chiesa di San Bartolomeo.
La costruzione del palazzo, ampliato intorno alla metà del XV secolo per volere di Pio II Piccolomini e terminato prima del 1734, anno in cui venne realizzato il giardino dal cardinale Pompeo Aldovrandi, non ha notizie documentarie ben dettagiate.
La Rocca Papale sorge sulla sommità del colle falisco in una posizione da sempre considerata strategica per la possibilità di dominare una vasta area circostante. Le varie culture, che si sono alternate nel corso dei secoli sulla vetta del colle, hanno infatti lasciato tracce sufficienti a confermare una frequentazione che, documentata già in epoca eneolitica, si spinge sino ai nostri giorni. Proprio per la sua particolare posizione strategica il castello fu scelto dai pontefici quale sede del Rettore del Patrimonio di San Pietro e, successivamente, destinato a loro residenza nei periodi estivi.
