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La chiesa, dedicata a Santa Maria Assunta, appartiene al Monastero del Divino Amore delle Monache agostiniane che, divenuto di clausura nel 1721, e poi sciolto all’inizio del secolo scorso, è dal 1986 centro di formazione religiosa.
Info: Congregazione delle Suore Agostiniane dell’Istituto del Divino Amore (A.D.A.); Tel. 0761 826089
CHIESA DEL DIVINO AMORE
LA STORIA
La chiesa, dedicata a Santa Maria Assunta, appartiene al Monastero del Divino Amore delle Monache Agostiniane che, divenuto di clausura il 31 dicembre 1721, e poi sciolto all’inizio del secolo scorso, è dal 1986 centro di formazione religiosa. La primitiva chiesa, anticamente conosciuta con il nome di San Giovanni in Borgo, alla fine del Cinquecento risultava quasi totalmente abbandonata, cosicché nel 1615 il Capitolo della Cattedrale, che all’epoca ne godeva il diritto di patronato, la cedette alla Confraternita di Santa Maria della Potenza e della Pestilenza, riservandosene tuttavia il diretto dominio. La chiesa, che perdette così il suo nome e fu detta Santa Maria della Potenza, venne immediatamente restaurata. Il nuovo edificio presentava una pianta rettangolare e sulla facciata si apriva una grande finestra circolare. Di fronte la porta d’ingresso si ergeva l’altare maggiore, l’unico esistente, con una tela della Vergine con Bambino, San Carlo e Santa Lucia. L’aspetto odierno dell’edificio, l’elegante cupola, nonché la decorazione dell’interno, sono il frutto degli interventi voluti dal vescovo Saverio Giustiniani (1753- 1771).
DESCRIZIONE
La superficie della facciata, alquanto piatta e sviluppata in altezza, è scandita verticalmente da quattro lesene, che raccordano l’alta zoccolatura in basso con l’aggettante cornice che separa l’ordine inferiore da quello superiore. Le quattro finestre che si aprono simmetricamente ai lati non illuminano l’interno della chiesa ma altri ambienti adiacenti, mentre la luce che filtra dalla finestra centrale, che interrompe la linearità della cornice, illumina direttamente l’interno. Attraversato il piccolo portale, sovrastato da un aggettante frontone triangolare, la chiesa si presenta ad aula unica e con le pareti arricchite da stucchi e marmi policromi. A destra dell’entrata si scorge il Monumento funebre di Biagio Morani, composto da un clipeo che contiene il busto in rilievo del defunto, sormontato da un nastro in stucco dorato, e in basso da un cartiglio con l’iscrizione commemorativa. Segue, sulla porta adiacente, una tela ovale del XVIII secolo raffigurante San Giovanni Battista, circondata da un’ampia cornice in stucco bianco con decorazione a volute, motivi vegetali e testine di angeli. L’altare destro racchiude una tela raffigurante La Vergine con Bambino, San Carlo Borromeo e Santa Lucia. Il dipinto, che prima degli interventi settecenteschi, era collocato sull’altare maggiore, risale alla seconda metà del XVII secolo. Le due piccole tele ovali settecentesche ai lati dell’altare, racchiuse da un’ampia cornice in stucco bianco con decorazione a volute, raffigurano, quella di destra L’educazione di Maria bambina, l’altra La Vergine il Bambino e Santa Rosa. Il fastoso altare maggiore è composto da quattro colonne con capitelli corinzi che sostengono un elemento centrale, al cui interno è riprodotto un ostensorio circondato da testine di angeli. Il dipinto ottocentesco raffigura La Vergine e i Santi Agostino, Ignazio, Francesco di Sales e Benedetto Giuseppe Labro. La piccola tela ovale a destra dell’altare maggiore, racchiusa da un’ampia cornice in stucco bianco con decorazione a volute, raffigura L’Angelo custode, mentre quella speculare sul lato opposto L’Arcangelo Michele. Entrambi i dipinti sono della fine del XVIII secolo. Volgendo lo sguardo verso l’alto la calotta sferica della cupola, caratterizzata da quattro oculi, presenta nel centro una decorazione in stucco, composta da motivi vegetali, che circonda l’immagine Spirito Santo. I pennacchi sono invece impreziositi da una decorazione composta da volute, motivi floreali e testine di angeli in stucco. L’altare di sinistra, del tutto identico a quello del lato opposto, racchiude una tela, dipinta intorno alla metà del XVIII secolo, che raffigura La Vergine con Bambino, San Francesco e Santa Chiara. A destra e a sinistra altre due piccole tele ovali settecentesche, anche in questo caso racchiuse da un’ampia cornice in stucco bianco con decorazione a volute, raffigurano rispettivamente San Luigi Gonzaga e Santa Cecilia tra angeli. Infine, sulla porta della parete sinistra, un’altra tela ovale del XVIII secolo, esattamente speculare a quella della parete opposta, raffigura San Giuseppe con il Bambino. La controfacciata presenta una bussola in legno di noce la cui struttura è delimitata lateralmente da quattro lesene con capitelli corinzi.
BIBLIOGRAFIA
G. Breccola – M. Mari, Montefiascone, Grotte di Castro 1979.
G. Breccola, Montefiascone. Guida alla scoperta, Montefiascone 2006.