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La chiesa di San Francesco è posta al di fuori del nucleo più antico della città, sulla via Verentana, che collega Montefiascone a Marta. L’antico convento è oggi sede dell’Ospedale Civile che vi fu trasferito nel 1875.
Info: Parrocchia (tel. 0761.826050)
CHIESA DI SAN FRANCESCO
LA STORIA
La chiesa di San Francesco è posta al di fuori del nucleo più antico della città, sulla via Verentana, che collega Montefiascone a Marta. L’antico convento è oggi sede dell’Ospedale Civile che vi fu trasferito nel 1875. Tale evento ha causato la trasformazione di gran parte delle originarie strutture, attestate ormai solo da pochi resti: alcune impronte di archi e volte, le finestre bifore, il chiostro quadrangolare e la piccola cappella interna all’ospedale costituiscono gli elementi superstiti dell’originale struttura edilizia. Anche la chiesa, che si innesta alla parte settentrionale dell’odierno complesso ospedaliero, ha subito nel corso del tempo molteplici trasformazioni che ne hanno profondamente alterato l’aspetto originario. L’analisi e il confronto delle fonti documentarie e delle testimonianze materiali suggeriscono l’ipotesi di un originario edificio a croce latina, caratterizzato da un’unica navata con soffitto ligneo, e transetto coperto da volte a crociera. Questi elementi, nonché il portale e soprattutto le coppie di bifore in stile gotico, disposte su ciascun fianco dell’edificio, permettono di collocare la primitiva chiesa all’interno delle tipologie architettoniche adottate dai nuovi ordini mendicanti a partire dalla metà del Duecento. Dell’antico transetto restano solo alcune parti dell’ala destra. Queste strutture, assai trasformate, sono state adibite a piccola cappella interna all’Ospedale, nella quale è attestata l’originaria copertura a volta.Quasi completamente ricostruita alla fine del Settecento, la chiesa venne consolidata negli anni 1925-1931 e poi nel 1970 circa.
ESTERNO
La chiesa si presenta come una struttura compatta con tetto a doppio spiovente. La facciata è a capanna e presenta un portale centrale architravato, a cui si accede mediante una serie di sei gradini, sormontato da una lunetta di forma ogivale al cui interno era collocata una terracotta con la rappresentazione della Madonna della Quercia, poi spostata all’interno. Al di sopra si apre un finestrone rettangolare. Nella parte superiore del lato occidentale si aprono due grandi finestre semicircolari, frutto dell’intervento settecentesco, nella parte intermedia si aprono due bifore, inserite in una lieve strombatura ogivale, che presentano due archetti trilobi dal profilo a sesto acuto, sorretti da una colonnina centrale sopra la quale si trova un quadrifoglio inscritto entro un tondo. Nella parte bassa della parete si notano le tracce di due grandi archi a sesto acuto. All’estremità settentrionale si notano l’architrave e la cornice inferiore di una porta tamponata. Probabilmente si tratta dei segni di antiche cappelle un tempo addossate alla chiesa. Per quanto riguarda il fianco orientale della chiesa, nella parte alta si aprono, analogamente a quanto avviene in quello occidentale, due finestre semicircolari tra cui si trova, più in alto, una piccola apertura rettangolare. Nella parte intermedia si scorgono le tracce di due bifore tamponate che dovevano essere identiche a quelle del lato opposto. Di quella di destra è ancora visibile la strombatura con cornice ogivale che la conteneva, scomparsa nell’altra che si trova a filo con la parete. Più in basso quattro contrafforti rettangolari, rifatti negli anni Trenta, sono addossati alla parete. All’estremità sud si innalza un campanile a base quadrangolare con due ordini di aperture a tutto sesto, ad est si innesta alla chiesa una piccola struttura rettangolare adibita a sacrestia. Essa è coperta da un tetto con un unico spiovente.
INTERNO
L’interno si presenta ad aula unica con copertura a volta, segnata da archi in rilievo posti in corrispondenza delle paraste laterali. Tra le paraste, coronate da capitelli ornati da volute e motivi floreali, su ogni lato si aprono alternativamente tre nicchie rettangolari e due inquadrate da un arco modanato a tutto sesto, al cui interno sono poste delle tele con cornici in stucco decorate da motivi floreali. La prima tela di destra, firmata Antonio Arieti e datata 1860, raffigura un Vescovo tra Santa Lucia, San Giacomo Pellegrino e un martire; segue un’altra tela della seconda metà del XVIII secolo raffigurante una Crocifissione con Santi. I tre tondi della parte superiore della parete raffigurano rispettivamente Santa Margherita, San Marco e San Luca. Il presbiterio, coperto da una volta dal cui centro si innalza una piccola lanterna circolare, è introdotto da un grande arco a tutto sesto e analoghi archi introducono l’abside centrale e quelle laterali. Il dipinto settecentesco dell’altare maggiore raffigura L’Immacolata con angeli e i Santi Bonaventura e Ludovico di Francia, quello dell’abside destra ha per soggetto San Francesco in estasi, mentre quello di sinistra Sant’Antonio da Padova con il Bambino. I due tondi ai lati dell’altare maggiore raffigurano, quello a destra, Santa Cecilia, l’altro Santa Caterina d’Alessandria. La quarta nicchia della parete sinistra ospita una tela della seconda metà del XVIII secolo, che rappresenta I Santi Egidio, Apollonia, Rosa da Viterbo e Giuseppe. Nella nicchia rettangolare al centro della parete è stata di collocata la terracotta che raffigura La Madonna della Quercia, opera recente di Mario Vinci, in principio posta all’interno della lunetta di forma ogivale al di sopra del portale. La tela a sinistra dell’ingresso è adattata intorno a quanto resta di un affresco, probabilmente quattrocentesco, raffigurante La Vergine in trono con il Bambino. Collocabile nella seconda metà del Settecento, il dipinto raffigura in un paesaggio San Filippo Neri, San Bonaventura e angeli, sullo sfondo della Rocca e della Cattedrale di Montefiascone. I restanti tre tondi della parete sinistra raffigurano da destra verso sinistra San Giovanni evangelista, San Matteo e San Flaviano. Nella parte terminale dell’aula, a sinistra dell’arco, all’interno dell’ultima nicchia rettangolare, una piccola porta immette nella sacrestia, un vano rettangolare coperto da una volta a botte ribassata che custodisce un Crocifisso ligneo del tardo Ottocento. Essa risulta visibile esternamente come struttura addossata al fianco sinistro della chiesa.
BIBLIOGRAFIA
G. Breccola – M. Mari, Montefiascone, Grotte di Castro 1979.
C. Sensi, Montefiascone medievale. Gli edifici del centro storico, tesi di laurea, Università degli Studi della Tuscia di Viterbo, A.A. 1996-1997.
G. Breccola, Montefiascone. Guida alla scoperta, Montefiascone 2006.